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Fede
e devozione alla Cava |
 La
devozione non è solo fede, è qualcosa di più
viscerale e spontaneo, privo di sovrastrutture e vissuto con estrema
naturalezza.
La devozione è qualcosa che viaggia sui confini tra culto
e superstizione, tra abitudine e sentimento sincero.
La devozione è quel qualcosa che ha fatto nascere e che fa
prosperare il culto mariano alla
Cava, coinvolgendo anche in chi si dichiara ateo o agnostico, è
qualcosa di strano, ma siamo fatti così...
La Candelora
Dalla prima metà del Seicento, il 2
di febbraio si celebra nella piccola chiesa della Cava la festa
della Presentazione di Gesù al Tempio, meglio nota come "Candelora",
dalle piccole candeline benedette che vengono donate ai fedeli per
portare nelle proprie abitazioni. Fino a qualche decennio fa, alcuni
frammenti di questa candele, usati come amuleto, venivano inseriti
nelle croci di canna da mettere nei campi per proteggere le messi
dalle intemperie. Oggi questa usanza, dal forte sapore magico, si
è fortunatamente persa, lasciando però sopravvivere
l'abitudine di conservare le candeline benedette, assieme ad un
ramoscello di ulivo della domenica delle Palme, accanto al proprio
letto.
La Processione
E anche la Cava non poteva uscire indenne dal periodo di Peppone
e Don Camillo, vissuto ovviamente all'orvietana. La pace tra le
opposte scuole di pensiero si faceva a maggio, in occasione della
solenne processione della Madonna della Cava. Così capitava
di vedere i più accaniti mangiapreti mettersi in fila per
portare la statua della Vergine, e i più incalliti bestemmiatori
della Cava alzarsi presto per diverse mattine per andare a cogliere
"il maggio" e "il bossoletto" per realizzare
i festoni sotto cui passava la processione. Oggi non è più
così, ma è pur vero che anche i non praticanti si
danno molto da fare per non sfigurare il giorno della festa, un
po' per salvaguardare la tradizione, un po' per il senso di appartenenza
ad una comunità, un po' perché... e perché
no?
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